GIOVANNI FONTANA'S POETRY

Vocalità , scrittura e tecnologie

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EPIGENETIC POETRY
Hypervox e maschera sonora

 

L'interazione tra oralità e scrittura, quando l'una attraversa l'altra e viceversa, offre al poeta interessanti aree d'intervento; purché l'oralità non sia legata alle tecniche della memoria naturale, bensì fondata sulle memorie artificiali della scrittura, da una parte, e dell'elettronica dall'altra. Ma la scrittura non dovrà mai porsi come “spartito bloccato”, come indicazione rigida per letture ad esito univoco o come sistema di riduzione e cristallizzazione della vocalità, bensì come terreno fertile che possa accogliere in sé il seme di evoluzioni sonore e/o gestuali rapportate al corredo tecnico del poeta-performer, ma del tutto imprevedibili, senza tuttavia escludere a priori l’eventuale utilizzazione di antichi modelli, magari in chiave demitizzante e ironica.

Percorrendo questa strada, si arriva ad una concezione del testo come testo integrato, come politesto in risonanza, come ipertesto sonoro multipoietico, come ultratesto trasversale che vive di polifonie intermediali e interlinguistiche, basato su linguaggi d’azione che non siano la mera sommatoria delle lingue sussidiarie che vi partecipano. Il pre-testo nella sua forma tipografica deve contenere germi metamorfici capaci di realizzare la complessità della successiva tessitura dinamica (iper-hyphos), oltre la pagina.

Il testo scritto potrà, allora, essere definito come pre-testo, in quanto progetto, ma anche in quanto anticipazione ed occasione; pre-testo in quanto luogo da trasfigurare, pre-testo in quanto primo territorio d'azione da ri-perimetrare, in termini di spazio e di tempo, con il corpo (l'imposizione figurale, l'atteggiamento, l'espressione, la voce, il gesto, il movimento...), con gli oggetti (raffigurazione, con-figurazione, plasticità, colore...), con il suono (rumore, musica, articolazione fonematica, spazialità elettroacustica...), con l'architettura (punto, linea, superficie, volume, luce, colore...), con i supporti tecnologici (proiezioni, videoproiezioni, multivisione, laser, computer, campionatori, impianti elettroacustici di amplificazione e spazializzazione sonora, congegni scenici, reti...), con il rapporto con l'ambiente (relazioni con il luogo, con il pubblico, con il contesto socio-culturale, spezzando il cerchio rituale e adottando confini labili, sfrangiati, frattali...).

Si potranno ricercare in ambito performativo intermediale nuovi rapporti con le forme del testo, con l'intenzione di costruire una poesia che sia multidimensionale e pluridirezionale, multivalente e pluripotenziale, policentrica e multilaterale, poliritmica e multisonante, che non sia ripiegata su se stessa e sappia decisamente analizzare i territori più disparati, purché la contaminazione dei sistemi sia portatrice di germi antagonisti e la compenetrazione degli universi separati sia sorda alle sirene della multimedialità istituzionale invischiata nella melassa televisiva o sorretta esclusivamente dalla logica del mercato.

Il poeta si trasforma, allora, in poliartista: egli si appropria delle pratiche elettroniche, videografiche, del cinema, della fotografia, dell’universo sonoro (oltre la musica), della dimensione teatrale (oltre il teatro), dell’universo ritmico. Agisce poieticamente utilizzando tutte le tecniche, tutti i supporti, tutti gli spazi, senza rinunciare a ricondurre all’àmbito creativo il suo stesso corpo, quindi il suo gesto e la sua voce: elementi che, collegati alle nuove tecnologie, alimentati dal sostrato energetico dell’elettronica, costituiscono il fondamento di un nuovo atteggiamento poetico.
Questa figura di poliartista, quindi, allarga e snerva i confini della poesia, di quella poesia che fonda tensioni al nuovo facendo, appunto, leva sulla contaminazione dei sistemi, sulla compenetrazione degli universi separati, sull’uso di nuovi media e di nuovi supporti, coniugando le smisurate energie offerte da parte scientifica alle energie della memoria e del corpo, attraverso una diversa concezione della materialità del linguaggio, sostenuto dalla voce, ma da una voce “altra”, che se da una parte ci ricollega ad un regno dell’oralità scomparso, dall’altra, grazie ad attraversamenti numerici e a nuovi strumenti di sintesi sonora si pone sul fronte di una vocalità inascoltata.
Il poliartista è, dunque, l’artefice e l’attore di una “iperpoesia”. Grazie al suo gesto, alla sua energia, alla sua continua pressione, l’organismo poetico subisce processi successivi di riorganizzazione secondo itinerari pluridirezionali ed è sottoposto a una progressiva modellazione plastica, tanto che, rispetto alla struttura “genotipica” della partitura, si potrebbe parlare, per le fasi evolutive spazio-temporali, di POESIA EPIGENETICA.
Le odierne tecnologie consentono di evidenziare i suoni impercettibili del corpo, di amplificare il flatus più recondito, di generare nuovi universi vocali attraverso l’utilizzazione di software sempre più complessi, che realizzano il totale sconvolgimento dei diagrammi acustici iniziali. Si è passati, quindi, dall’ingenua onomatopea marinettiana ad una hypervox digitalizzata, che apre al linguaggio ampi orizzonti acustici, lontanissimi da qualsiasi arcaico effetto mimetico. Si può parlare, allora, di maschera elettrofonica e numerica dietro la quale il suono viene articolato come uno degli aspetti fondamentali del linguaggio per quella che si profila come una vera e propria forma iperpoetica: la POESIA EPIGENETICA.

Giovanni Fontana

 

Chi è Giovanni Fontana

Giovanni Fontana (Frosinone, 1946) si è sempre definito un poliartista. Dopo le prime esperienze nel campo delle arti visive e del teatro di ricerca, si laurea in architettura, ma nello stesso tempo rivolge grande attenzione alla sperimentazione letteraria e musicale. Alla fine degli anni Sessanta inizia a praticare la poesia visuale e sonora realizzando audiovisivi e registrazioni magnetofoniche, affrontando studi e ricerche vocali e performative.

Grazie all'amicizia con Adriano Spatola, di cui ha recentemente curato l'opera poetica (OPERA, [dia•foria e dreamBOOK edizioni, 2020), inizia a frequentare i territori dell’avanguardia internazionale stringendo rapporti di collaborazione con i più significativi esponenti: da Dick Higgins a John Giorno, da Henri Chopin a Bernard Heidsieck, da Julien Blaine a Jean-Jacques Lebel. Già nel 1981 Arrigo Lora Totino lo definisce come “uno dei migliori poeti sonori italiani”. Secondo Henri Chopin è “della stessa scuola di composizione di Paul De Vree e come lui ci cattura, ma, in più, ha una voce superba” (1983). Senza mezzi termini per Spatola “è un maestro”, addirittura “diabolico” (1988). Heidsieck scrive che “abbiamo molto da imparare dal suo combattimento tra la voce e l’assenza” (1989); Pierre Garnier sottolinea la sua “conquista di libertà” (1999); per Gerhard Rühm “la sua poesia sonora è straordinaria” (2003). Nel 1977 inizia la sua collaborazione con Geiger. Partecipa alle antologie commonpress, entra nella redazione di Tam Tam e pubblica il suo primo libro, il testo-partitura per battute visive Radio/Dramma (Geiger 1977), con prefazione di Spatola e interventi di Giulia Niccolai, Carlo Alberto Sitta, Marie Louise Lentengre. Intorno all’audiorivista Baobab, grazie all’input di Lora Totino, viene costituito nel 1979 il gruppo di poesia sonora Il Dolce Stil Suono, di cui entra a far parte con Sergio Cena, Agostino Contò, Milli Graffi, Giulia Niccolai, Adriano e Tiziano Spatola.

Fin dagli anni Settanta elabora ipotesi teoriche, che mette a punto nel suo Manifesto della poesia pre-testuale (1984). Passando per i concetti di «Hypervox» e di «Maschera elettrofonica» elabora testi creativi e critici che pubblica su riviste italiane e straniere. Negli anni Ottanta collabora assiduamente alla rivista Anterem. Successivamente entra nella redazione di Altri Termini e fonda, con Stefano Docimo, Elmerindo Fiore, Raffaele Manica e Tarcisio Tarquini, la rivista di poetiche intermediali La Taverna di Auerbach (1987-1990), del cui comitato internazionale faranno parte, tra gli altri, Henri Chopin, Dick Higgins, Klaus Peter Dencker, Nicholas Zurbrugg, e sulle cui pagine Paul Zumthor scriverà di poesia sonora. Nel 1994 cura con Luca Salvadori l’audio-antologia L’In/canto del verso (cofanetto con quattro audiocassette per Baobab 23), nel 1996 pubblica l’antologia sonora Voci, suoni & rumori di poesia (Momo 1, Ed. Rouge & Noir) e nel 2004 cura per Il Verri l’antologia in CD Verbivocovisual. Entra nelle redazioni internazionali delle riviste Inter-Art actuel (Canada) e Doc(k)s (Francia), nel comitato direttivo di Bérénice e, in qualità di consulente scientifico della rivista Le Arti del Suono, cura il fascicolo monografico Poetiche fonetiche ed altro (Aracne, Roma, 2012). Dal 1994 è direttore responsabile di Territori, rivista di architettura e altri linguaggi, pubblicata dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Frosinone.

Sul piano storico-critico partecipa a convegni di studio e pubblica numerosi saggi, tra i quali La voce in movimento. Vocalità, scritture e strutture intermediali nella sperimentazione poetico-sonora (con CD di documenti sonori, Ed. Harta Performing & Momo, 2003), Poesia della voce e del gesto (Editoriale Sometti, 2004), Le dinamiche nomadi della performance (Edizioni Harta Performing, 2006), In forma di libro. I libri di Adriano Spatola (Ed. Biblioteca Civica d’Arte Luigi Poletti, Modena, 2008), L’opera plurale: intermedialità, drammaturgia delle arti, poesia d’azione (Edizioni Harta Performing, 2009), Italian Performance Art (con Nicola Frangione e Roberto Rossini, Sagep Editori, 2015), In fluenti traslati – L'opera poetica di Arrigo Lora Totino (monografia, Fondazione Berardelli, 2018).

A livello creativo è autore di numerose pubblicazioni in forma tradizionale e multimediale. Tra queste, la sua prima antologia personale Scritture lineari (Hetea, 1986); i lavori di poesia visuale Le lamie del labirinto (Dismisuratesti, 1981), L'uomo delle pulizie (Dismisuratesti, 1984), Wasted time (Redfoxpress, Ireland, 2011), …che digerisce l’anima (Ed. Galleria Marcantoni, 2012), Fonemi (Edizioni Peccolo, 2017), La voix et l'absence (Ed. Dernier Télégramme, 2019), No A <-> No Z (con Klaus Peter Dencker, Redfoxpress, 2019); i romanzi sonori Tarocco Meccanico (Altri Termini, 1990) e Chorus (Manni, 2000), con allegato CD; la plaquette micronarrativa Homaly Altrove (Pensionante de’ Saraceni, 1990); i sound texts Questioni di scarti (Ed. Polimata, Roma, 2012 - Premio Feronia 2013) e Déchets (Ed. Dernier Télégramme, 2014); i pre-testi poetici La discarica fluente (in Resistenze 2, a cura di Marco Palladini, Arlem, 1997), Frammenti d’ombre e penombre (Fermenti, 2005) e Discrasie – Sessioni metacritiche (Novecento, Roma, 2018).

Tra le opere intermediali degli ultimi anni, la pièce radiofonica Le droghe di Gardone, commissionata dalla Fondation Louis Vuitton di Parigi (2016), Poema Bonotto, videopoema prodotto per la Fondazione Bonotto (pubblicato in USB pen drive, 2015), l’azione intermediale Akkade ke – Poème épigénétique (Bordeaux, 2017), le performance realizzate per La voix liberée (Palais de Tokyo, Paris, 2019), Le poème en actes (Maison de la poésie, Paris, 2019), VI Performance na dźwięki (MIK, Varsavia, 2019), International Performers Meeting (Panstowowa Galeria Sztuki, Sopot, 2019), Räume für notizen (Alte Schmiede, Vienna, 2020).

Teorico della poesia epigenetica, ne mette a punto i principi nel 2008, nel convegno Intermedialità come arte della memoria, Università di Roma, La Sapienza, 11 febbraio 2008, e ne pubblica i contenuti in una brochure per lo spettacolo I catamoderni. L'impossibile avanguardia (piazza dell'Immacolata, Roma, 15 luglio 2008). Allestisce su queste basi un grande spettacolo alla Centrale Preneste (Teatro per le nuove generazioni, Roma,12 febbraio 2011) e pubblica diverse redazioni del manifesto teorico, fino alla recente stesura inclusa nel volume Epigenetic Poetry (a cura di Patrizio Peterlini, con saggi di Michaël Batalla, Julien Blaine, Giovanni Fontana, Barbara Meazzi, Patrizio Peterlini, Marianne Simon-Oikawa, Gilles Suzanne, Colette Tron; Danilo Montanari Editore, 2020), pubblicato in occasione dell’esposizione personale Epigenetic Poetry al CipM di Marsiglia (2020-21) nell’ambito del programma Parallèles du Sud  di «Manifesta 13».

Dal 1984 (Centro Video Arte di Ferrara) ad oggi, ha realizzato diversi videopoemi, autonomamente e nell’ambito del gruppo di ricerca Hermes Intermedia (con i compositori Giampiero Gemini, Valerio Murat e Antonio Poce). Tra le opere più importanti ricordiamo Apple poem (1998), Nuvolari (con Hermes Intermedia, 2005), iCaroBalla (2009), Pneumastolfo (con Hermes Intermedia, 2009), Fotodina(ni)mismo (con Hermes Intermedia, musiche di Ennio Morricone, 2009), Nodi del tempo (2014), Tiro al bersaglio (2015). Con Antonio Poce ha realizzato numerose flash operas di cui ha curato la regia (1995-2000).

La sua produzione acustica è documentata in una vasta discografia, in cassette, in CD e in vinile. Tra la pubblicazioni recenti il disco Epigenetic Poetry (LP + booklet, con testi di Jean-Pierre Bobillot e Patrizio Peterlini, Ed. Recital, Los Angeles, U.S. 2016). Per l’etichetta americana Recital ha curato le antologie sonore Arrigo Lora Totino / Out of page (LP + booklet, 2017) e Adriano Spatola / Ionisation and other poems (LP + CD + booklet, 2020).

Ha scritto per molti musicisti, tra i quali Ennio Morricone, Roman Vlad, Antonio D’Antò, Luca Salvadori, Alessandro Cipriani, Giampiero Gemini, Valerio Murat, Umberto Petrin, Luca Vago e altri. Tra i suoi testi per musica c’è una nuova versione dell’Histoire du soldat di Igor Stravinsky, eseguita, tra l’altro, nel 2004 al Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara, con l’Ensemble del Conservatorio «G. Frescobaldi», diretto da Giampiero Gemini.

Ha scritto il testo di Elegia per l’Italia, opera composta da Ennio Morricone per i 150 anni dell’Unità d’Italia, proposta in diverse occasioni, tra le quali spiccano i concerti del 1° maggio a Piazza S. Giovanni [Roma, 2011] e all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Auditorium, Parco della Musica [Roma, 08 luglio 2011].

Ha proposto performance in Austria, Belgio, Canada, Cina, Cipro, Francia, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Grecia, Iran, Irlanda, Italia, Lithuania, Messico, Polonia, Romania, Slovakia, Spagna, Svizzera, Ungheria, USA, ecc. Con opere verbo-visive ha tenuto mostre personali ed ha preso parte a circa ottocento mostre collettive; tra queste la Quadriennale di Roma e la Biennale di Venezia. Il suo lavoro è ripercorso nella monografia Testi e pre-testi (Fondazione Berardelli, 2009).

Più volte premiato, ha ricevuto i seguenti premi alla carriera: Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Roma, 1987), Premio «Eugenio Miccini» (Fligline Valdarno, 2008), Premio «Arti in Arti e Mestieri» (Suzzara, 2015), «The Mediator Award» (V Biennale di Poznan, 2016), Premio «Alberto Dubito» (Venezia, 2020). Dal 2013 è membro dell’Institutum Pataphysicum Parthenopeium, retto da Mario Persico

DALLA POESIA SONORA ALLA POESIA EPIGENETICA

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Discografia (1979-2017)

Oggi Poesia Domani (Audiorivista Baobab 3, Reggio Emilia, 1979);

Il Dolce Stil Suono (Audiorivista Baobab 4, Reggio Emilia, 1980);

Sep-tic (Audiorivista Vec 7, Maastricht, 1980);

Ulise's Dog (Audiorivista Vec 9, Maastricht, 1981);

Hark (Audiorivista Vec 14, Maastricht, 1982);

Voooxing Poooêtre (LP 33, Comune di Bondeno, 1982);

The Voice (Audiorivista Area Condizionata 2, Forte dei Marmi, 1983);

Mail Music (LP 33, Ed. Armadio Officina, Monza, 1983);

Nuovi Segnali (Audiotape, Ed. Maggioli, Rimini, 1983);

Poema Larsen (45 giri, 3Vi Tre, Cento, 1983);

Audio Child (Audiotape, Ed. Gajewski, Amsterdam, 1984);

Tracksound (Audiotape, Ed. Tracce, Pescara, 1984);

To post a tape (Audiotape, Minimart, Cesson, 1984);

Italics Environments (LP 33, Ed. Armadio Officina, Monza, 1985);

Polipoesia (45 giri, 3Vi Tre, Cento, 1985);

Antologia Polipoetica (Audiotape, STI Ed., Zaragoza, 1986);

Inter K-7 '87 (Audiotape, Ed. Le Lieu, Québec, 1987);

Spagna-Messico-Italia (LP 33, 3Vi Tre Pair, Cento, 1988);

Past & Modern Sound Poetry in Italy (Audiorivista Slowscan 8, Hertogenbosch, 1988);

FIRA 89 (Audiotape, RNE, Madrid, 1989);

Storia della Poesia Sonora (Audiorivista Baobab 18, Reggio Emilia, 1989);

Baobab Festival (Audiorivista Baobab 19, Reggio Emilia, 1990);

FIRA 90 (Audiotape, RNE, Madrid, 1990);

Baobab Italia 1990/91 (Audiorivista Baobab 21, Reggio Emilia, 1992);

Building Plans & Schemes  - Radio Art & Telephone Networking (Audiotape, Radio Omroep, Limburg, Holland, 1993);

L'in-canto del verso  (Audiorivista Baobab 23, Reggio Emilia, 1994);

Italia 1995 (Audiorivista Baobab 27, Reggio Emilia, 1995);

Momo 1 (Audiotape Momo, Ed. Rouge et Noir, Frosinone, 1996);

Prospettiva 4, in Wirrwarr di Umberto Petrin (CD, Splasc(h) Records, 1996);

Radio Art (CD, Harta Performing, Monza, 1997);

Europafestival '97 (Voce recitante, in Vedo dove vado di A. Poce e A. Lora Totino, CD, Ed. Hermes, Ferentino, 1997);

Opérette d'artistes, (CD, Fractal Music, Production Station Mir, Hérouville St. Claire, France, 1998);

Elettrocabaret - Riletture futuriste di Giovanni Fontana (CD + libretto d’artista, Edizioni Farsettiarte, Prato, 1999);

Flash Opera (CD, Ed. Hermes, Ferentino, 1999);

Il gioco delle voci (CD allegato al volume Chorus, Ed. Piero Manni, Lecce, 2000);

Homo Sonorus, An international anthology of sound poetry (volume con 4 CD, The National Center of Contemporary Art, Kaliningrad Branch, Russia, 2001);

La voce in movimento (Momo 2, CD allegato al volume omonimo), Ed. Rouge et Noir, Frosinone, 2003;

Verbivocovisual – Antologia di poesia sonora 1964-2004, CD allegato a “Il Verri”, n° 25, Ed. Monogramma, Milano, 2004;

Erratum #4. Sound review. Noise + Art + Poetry (3 CD, Edited by Erratum Musical, France, 2004);

Krikri 2006 (CD, Ed. Krikri, Gand, Belgium, 2006);

Il mondo è stato riconsiderato. Poesie italiane del secondo Novecento (CD a cura di Endre Szhàrosi, Bölcsész Konzorcium HEFOP Iroda, Budapest, 2006)

Per le segrete stanze (CD allegato al catalogo Wunderkammern, Artpages, Isernia-Napoli, 2007);

Stanza segreta, CDrom, Le son d’amour – Leçon d’amourDoc(k)s 5/8, Akenaton production, Ajaccio, 2008) ;

Ex macchina ricordi, CD a cura di Pierre-André Arcand, Avatar – Ohm, Québec, 2008;

Piedigrottesco 2009, “Futurismo – 100 anni”, Stagione dei concerti del Conservatorio di Frosinone, Ed. speciale del Conservatorio, Frosinone, 2009 [con Luca Salvadori al pianoforte preparato];

I prati del paradiso, Stagione dei concerti del Conservatorio di Frosinone, Ed. speciale del Conservatorio, Frosinone, 2009 [testi di Aldo Palazzeschi su musica di Giancarlo Cardini, voce recitante di G. Fontana];

Sento [dunque suono, DVD allegato alla rivista In pensiero [Digit “in pensiero”], n° 02, gennaio/giugno, 2009 [Michelangelo libri, Roma].

Hypervox, antologia sonora 1968-2009, CD allegato al volume Testi e pre-testi, Fondazione Berardelli, Brescia, 2009;

Épidémie, DVD allegato a “Doc(k)s”, 4ème Série, n° 13/14/15/16, Edition Akenaton, Ajaccio, 2011;

Corpo a corpo, CD allegato a “The New Lotta Poetica”, n° 1/2012, Fondazione Sarenco e Parise Editore, Cunettone ai Colli;

Epigenetic poetry, LP 33 rpm, booklet attached, “Recital”, Los Angeles, U.S., 2016.

Cellar, vol 2, CD [R30, antologia contenente Hoo Hoo Hoo], Recital, Los Angeles, U.S. 2017.

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POÉSIE SONORE

Au terme de cet effort, le vocème devient à la fois son, mot, phrase, discours, inépuisablement; et tout cela, il est dans sa propre continuité rythmique. C’est ainsi que l’on peut, avec Fontana, assurer que la poésie, non seulement est avec la voix, dans la voix, mais derrière la voix, dans le lieu corporel intérieur d’où sont maîtrisés le chant, les soupirs, les souffles, tout ce qui, en deça et au-delà du dire, conscience primordiale de l’existence, est signal de l’inexprimable.

Fontana parle en ce sens de poesia dilatata ; Chopin, à propos de ses Saintes phonies, évoque la dilatation sonore. Même si ces auteurs n’entendent pas le mot dans un sens identique, leur communauté – la communauté de tout ce qu’ils représentent – se révèle dans la référence spatiale du radical dilat-, notant l’élargissement, l’amplification jusqu’aux limites, mal concevables, d’un espace qui nous précéda, nous entoure, nous fait être et nous survivra.  Par là même, la Poésie Sonore en appelle, comme à sa réalité première et dernière, au corps […]
C’est du corps total que la voix relève et qu’elle émane :  corpus et spiritus, comme l’écrit encore Fontana, haleine ambiguë, issue du cri primal et destinée à s’epuiser dans le dernier soupir, identifiée à un geste du corps, au geste le plus simple et le plus radical, celui de vivre.

PAUL ZUMTHOR, 1990

 

SOUND POETRY

At the same time the vocem becomes inexhaustibly sound, word, phrase, speech, and it does so in its own rhythmic continuity.
That's how, in Giovanni Fontana's works,  you can ensure that poetry is not only with the voice and in the voice, but behind the voice, within one's body, where chants, sighs, puffs are dominated,  and everything else beyond saying is a sign of inexpressible, primordial conscience of the existence. Giovanni Fontana speaks in this sense of poesia dilatata; Henri Chopin, on the subject of Saintes phonies, evokes the sonorous dilation. Even though these artists do not give the same significance to the word dilation, the bond between them, everything they represent, is revealed by the spatial reference of the radical dilat-, which points out the widening, the ampli-fication to the badly conceived limits of a space that has preceded us, surrounds us and that allows us to exist and that will continue to exist after us.
It is through these principles that Sound Poetry refers to the body as a primitive and final reality [...].
The voice emanates from the whole body and takes us back to it: corpus and spiritus, according to Giovanni Fontana, an ambiguous breath, a sort of primitive cry, a sonority destined to end with the last breath, identified by a gesture of the body, by the most simplest and radical gesture: that of living.

PAUL ZUMTHOR 1990

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Giovanni Fontana Poetry

Link: sulla poesia di Giovanni Fontana

Voci in movimento

    Critica integrale

    di Francesco Muzzioli

     

     

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